Virtual C@naro

Don Duit

Educazione cattolica e fellatio

Dati sperimentali dimostrano che le (attuali) cinquantenni riescono meglio nella fellatio rispetto alle (attuali) quarantenni. Non è una frase a effetto per attrarre la vostra attenzione, ma un dato di fatto, verificabile sperimentalmente. Vi esorto a farlo.
Qualcuno di voi potrebbe obiettare che la differenza la fanno i dieci anni di esperienza, ma è una soluzione semplicistica; in realtà ciò che rende più abili le donne degli anni ‘60 rispetto alle donne degli anni ‘70 sono i principii morali.
Questa teoria trova ulteriore conforto nel fatto che anche le donne che hanno studiato in istituti religiosi praticano il sesso orale con più abilità rispetto a quelle che hanno frequentato scuole pubbliche.
Può apparire contraddittorio, ma non lo è; tutt’altro. Vediamo perché.

Il sesso orale è indubbiamente la più alta fra le attività carnali, sia da un punto di vista etico che da un punto di vista meramente tecnico. La còpula è un’attività fisica di facile esecuzione che la nostra specie pratica da decine di migliaia di anni. È talmente elementare, da un punto di vista meccanico, che potrebbe essere illustrata anche in un foglio di istruzioni Ikea:

Infilare il perno C nella fessura V e muoverlo avanti e indietro fino a che succede qualcosa.

Al contrario, la pratica del sesso orale, è estremamente complessa, come illustra chiaramente questa frase di Samantha Jones in Sex & the City:

You men have no idea what we’re dealing with down there. Teeth placement, and jaw stress, and suction, and gag reflex, and all the while bobbing up and down, moaning and trying to breathe through our noses. Easy? Honey, they don’t call it a job for nothing.

A questa difficoltà intrinseca, si aggiunge poi il dilemma ambientalista sul metodo da adottare per lo smaltimento dei liquami: se lasciare l’onere al produttore o se fare una “scelta ecologica”, come direbbe un Bancomat, provvedendo in prima persona e risparmiando così l’acqua e la dispersione di detergenti nell’ambiente.

Difficoltà simili si riscontrano anche nella pratica del cunnilingus. La maggiore complessità delle zone erogene della donna (prime di tutte, il cervello) e la differente valenza di ciascuna di esse, a seconda del soggetto, costringono a un’attenzione distribuita simile a quella di un velista, che verifica ciclicamente e ripetutamente tutte le componenti del moto della barca: onde, vento, vela di prua, vela di poppa, ecc. Non c’è riflesso faringeo, come nel caso della fellatio, ma persiste il rischio di soffocamento, come ben sa qualunque praticante che soffre di raffreddore allergico.
Non ci sono prodotti della lavorazione da smaltire, ma c’è circa il 25% di probabilità di dover operare durante il ciclo mestruale; si può fare, ma non è precisamente facile, al punto che gli Hell’s Angels hanno una loro onorificenza (una spilla a forma di ali rosse da appuntare sul giubbotto) che viene conferita ai membri che hanno operato in queste condizioni ambientali.

L’azione del Maligno, che gode nel complicarci l’esistenza, si manifesta qui nella scelta duale fra il lavarsi o non lavarsi i denti prima del consesso carnale, dacché i due orifizii provvisti di labbra della femmina reagiscono in maniera diametralmente opposta alla freschezza data alla bocca dalla menta. Consigliabile, in questi casi, o il lavaggio con bicarbonato di sodio o con pasta dentifricia alla creta.

Riassumendo: mentre l’accoppiamento tradizionale è facile ed “egoistico”, nel senso che ciascuna delle due parti dà e riceve piacere allo stesso tempo ed ha quindi tutto l’interesse ad agire, il sesso orale è complicato e altruistico in quanto una delle due parti dà piacere all’altra senza avere nulla in cambio, come in Matteo, 10,8:

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Va da sé che, in ossequio al Principio del Minimo Sforzo, gli esemplari coinvolti nell’attività carnale prediligeranno la pratica più facile e favorevole per loro, ovvero la còpula tradizionale, dedicandosi al sesso orale solo nei casi in cui non sia possibile fare altrimenti.
Le donne che hanno ballato sulle note di Wannabee, a causa del rilassamento dei costumi degli anni ‘80, fin da giovani l’hanno data via come un freesbee e hanno praticato il sesso orale come alternativa; un contorno, più che una pietanza.
Al contrario, le donne degli anni ‘60 e le ragazze educate in istituti religiosi, avendo avuto - mediamente - maggiori reticenze al concedersi hanno dovuto trovare delle strade alternative per soddisfare la propria e l’altrui libido. Il sesso orale è stato per lungo tempi il piatto principale dei loro “pasti nudi” e, in virtù di ciò, hanno potuto acquisire una maggiore dimestichezza rispetto alle loro sorelle minori.

Ecco qui. Come prescritto da Aristotele, lo studio di un fenomeno ci ha posti in uno stato contrario a quello in cui eravamo all’inizio delle nostre ricerche. All’inizio di questa ricerca, ci sembrava quanto meno paradossale che dei saldi principii morali potessero incentivare l’abilità nella pratica del sesso orale; adesso, al contrario, ciò ci appare logico e inevitabile. C’è solo un dubbio, che dobbiamo ancora chiarire: acquisita questa nuova consapevolezza, mandereste vostra figlia a scuola dalle Orsoline?

Andate in pace.

16-08-2022