Virtual C@naro

I Giorni del Ciclo

Una morte Eroica - Intervista all'autore

Pubblicato il: 17-10-2025

Raimondo Canaro - Roma, primi giorni di autunno. Sono seduto al tavolino di un elegante locale di via Nizza e, davanti a me, al di là di un vassoio su cui giacciono invitanti una mezza dozzina di ostriche, c’è Carlo Simonelli, autore del libro: “Una morte Eroica”, edito da Ediciclo. Buongiorno, Carlo.

Carlo Simonelli - Buongiorno.

RC - Vuoi raccontarci la trama del tuo libro?

CS - (stupito) Scusa, sa’: ma ‘sto “tu”?

RC - Ci conosciamo da trent’anni: devo darti del lei?

CS - I lettori non lo sanno che ci conosciamo; dài! famo ‘na cosa fatta bene.

RC - Ma sei sicuro? già mi hai fatto scrivere delle ostriche.. non rischiamo di risultare antipatici?:

CS - Magari! la gente ama le persone antipatiche: pensa a Sgarbi..

RC - (poco convinto) Vabbe’.. Vuole raccontarci la trama del suo libro?

CS - (impostando la voce) Certamente: è un romanzo poliziesco ambientato durante l’Eroica di Montalcino.

RC - Spieghiamo per i lettori: L’Eroica è una manifestazione ciclistica dedicata alle biciclette d’epoca che coinvolge ogni anno migliaia di appassionati. C’è un’edizione che si tiene a Gaiole in Chianti a Ottobre e una a Montalcino, l’ultima domenica di Maggio.

CS - (annuendo) Ci sono anche altre edizioni, in tutto il Mondo. Il mio libro, però è ambientato a Montalcino. Il venerdì, uno dei giornalisti al séguito della manifestazione viene trovato morto nella sua stanza d’albergo e il Commissario Reti, della Questura di Pisa, viene inviato a investigare sull’omicidio.

RC - Sembra un caso come tanti altri, ma non lo è, vero?

CS - Eh no, perché ci sono più di duemila sospetti, fra partecipanti e persone dell’organizzazione e il Commissario deve arrangiarsi con un solo ispettore e con il giovane poliziotto che gli fa da autista, perché è l’ultimo fine settimana di Maggio e buona parte del personale della Questura è in ferie per il ponte del due Giugno.

RC - Ma i problemi, per il Commissario Reti, non finiscono qui..

CS - Purtroppo no, perché la vittima, oltre a scrivere di biciclette, è un esperto di sicurezza informatica e il genero di un ex-Ministro, cosa che complica ulteriormente le indagini.

RC - Il tutto sullo sfondo.. com’è che l’ha definito?

CS - “Lo sfondo carnascialesco dell’Eroica”; è un aggettivo che ho rubato a Paolo Nori.

RC - Di questa cosa dei “furti” parleremo dopo. Ci può raccontare cosa è questa Eroica?

CS - È qualcosa di simile all’Hotel California degli Eagles: “You can check out any time you like, but you can never leave”. Finché ne sei fuori, pensi che sia un branco di pazzi, che si veste come i ciclisti del secolo scorso e tenta di suicidarsi in sella a biciclette con i freni di sughero, ma poi, quando ci sei dentro, capisci che i pazzi sono gli altri: quelli che cenano con la fidanzata guardando il cellulare o che si attruppano dentro a centri commerciali, spendendo soldi che non hanno per oggetti che non gli servono.

RC - Be’, non può negare che ci sia comunque una certa dose di esibizionismo, nei ciclisti eroici.

CS - Un ragazzino goth a Orgosolo è un esibizionista; se indossi una maglia di lana e dei pantaloncini da ciclista in mezzo ad altre ottomila persone che fanno la stessa cosa, sei quasi un conformista.

RC - (sempre poco convinto) Gliela dò per buona. Come le è venuta, l’idea di scrivere questo libro?

CS - (dopo aver trangugiato l’ennesimo mollusco) Ero alla presentazione di un libro di Giovanni Battistuzzi..

RC - Il giornalista de Il Foglio..

CS - (annuisce) Io, sotto sotto, sono un invidioso; così, mentre lo sentivo parlare, ho pensato: Lo voglio scrivere anche io, un libro.. Avevo già un’idea per una storia, ma era una cosa molto complessa, che avrebbe richiesto un periodo di studio; al contrario, un giallo sull’Eroica lo potevo scrivere subito. Feci una prova: quando Livio mi chiese di scrivere un articolo per Gaiole..

RC - Livio Iacovella, il responsabile dell’Ufficio Stampa di Eroica

CS - L’unico e il solo. Quando Livio mi chiese di scrivere un articolo per il giornale che viene regalato durante la manifestazione di Gaiole, gli mandai un papiello di sette pagine che raccontava l’incontro del Commissario Reti con Giancarlo Brocci, il patron dell’Eroica. L’idea piacque, così andai avanti. Ho scritto l’ultimo capitolo nove mesi dopo, nella sala stampa a Montalcino.

RC - Una gestazione a tutti gli effetti.

CS - Meglio: perché un libro lo puoi vendere; un figlio no - almeno, se non vivi in una roulotte..

RC - (cercando di cambiare discorso) E perché ha deciso che la vittima sarebbe stata proprio lei? (ironico) “un cazzone che scriveva di biciclette d’epoca”, come la definisce il Commissario Reti nel terzo capitolo..

CS - (accettando forzatamente l’insulto) Perché non volevo far morire nessuno dei miei amici. E perché sono quello che ha la vita più complicata.

RC - Abbiamo dimenticato di spiegare che buona parte dei personaggi sono persone reali: giornalisti, organizzatori..

CS - Sì. Nel romanzo, solo i poliziotti sono personaggi di fantasia; quasi tutti gli altri, sono persone reali: Livio, appunto, ma anche Alessandra, Alfredo, Brocci..

RC - E come mai, questa scelta?

CS - In un certo senso, è stata una scelta obbligata: non avrebbe avuto senso cambiare il nome di Brocci, o di Franco Rossi; a quel punto, ho chiesto anche agli altri se potevo nominarli direttamente.

RC - E loro hanno accettato..

CS - (sorride) “Vanità! il mio peccato preferito..” Scherzo, ovviamente. Anzi: è stato molto divertente, perché ogni mattina mandavo sulla lista della Sala Stampa Eroica un estratto di quello che avevo scritto il giorno prima e vedevo che effetto faceva ai diretti interessati.

RC - C’è qualcosa da dire anche sui nomi dei pesonaggi di fantasia..

CS - Sì: a parte Reti e Florio, gli altri sono tutti nomi di Medaglie d’oro al valore. Lanza è stato un ufficiale fucilato dai tedeschi, Ferruccio Tempesti è stato un alpino morto sul fronte russo..

RC - Il libro comincia con la frase:

«Io penso che i libri gialli siano il livello più basso della letteratura, quello che si scrive quando non si hanno idee per un romanzo vero.»

lo pensa davvero?

CS - Dipende. Come in tutte le cose, ci sono quelli bravi e quelli meno bravi.

RC - E quali sono, per lei, quelli bravi?

CS - Quelli per cui il delitto non è il fine ultimo del libro, ma un pretesto per parlare d’altro.

RC - Per esempio?

CS - Gadda. O Simenon. O Dostoevskij. Lei lo sa, che Porfirij Petrovič, l’inquirente di Delitto e Castigo ha ispirato il personaggio del Tenente Colombo?

RC - Sì: me lo hai detto tu, almeno un paio di volte.

CS - Questa non la scrivi, nell’articolo..

RC - No, no: stai tranquillo.. (poi, più formale) E lei? nel suo libro, ha parlato solo dell’omicidio o anche di qualcos’altro? In altre parole: è uno di quelli bravi o di quelli meno bravi?

CS - Il mio problema, se mai, è l’opposto: parlo poco dell’omicidio. Il vero protagonista del libro è l’Eroica; nei suoi aspetti più noti, ma anche - e soprattutto - in quelli meno noti, quelli che non racconti in un articolo. E poi mi divertiva ribaltare il punto di vista della narrazione: mentre di solito i giornalisti sono ”la voce fuori campo” dell’evento, nel libro sono i protagonisti, quelli a cui succedono le cose.

RC - Un’ultima cosa, prima di chiudere: il suo libro pone due quesiti al lettore: uno riguarda ovviamente l’identità dell’assassino; l’altro..

CS - (sorride compiaciuto) Nel testo ci sono sei citazioni più o meno letterali da opere altrui che non sono state evidenziate con il virgolettato o il carattere corsivo, come si fa di solito. Il lettore deve cercare di scoprire quali sono. Se non ci riesce, la soluzione è in fondo al libro, come nella Settimana Enigmistica.

RC - Nella Prefazione, paragona queste contaminazioni agli easter-egg dell’informatica. Può spiegarci di cosa si tratta?.

CS - Gli easter-egg sono delle funzionalità nascoste dei prodotti software, che si attivano premendo una determinata sequenza di tasti o di comandi. Come quando scrivi: “Do a barrel roll” nella maschera di ricerca di Google.

RC - Cosa succede?

CS - Prova. Devi farlo nella maschera principale, quella all’indirizzo www.google.com.

RC - Dal ritorno al “tu” deduco che l’intervista è finita.

CS - (guardando l’orologio) Sì: io devo andare. (porgendomi lo scontrino) Hai bisogno di una fattura per il giornale?

RC - Perché? non paghi tu?

CS - No: da quando in qua, paga l’autore?

RC - Hai scelto tu il locale, hai preso le ostriche..

CS - Eccerto; se no, me la facevi in qualche baretto di periferia, l’intervista. (fa un gesto con le braccia, a sottolineare la scarsa estensione degli arti superiori dell’interlocutore) Non ti conoscessi..

RC - (dopo aver letto il totale) Non se ne parla: ill Direttore non me lo rimborserà mai. Per te, poi..

CS - Come sarebbe: “Per te, poi..”? Ho pure consegnato il suo nome alla Storia.. (fa un gesto di insofferenza con la mano) Vabbe’: dividiamo a metà, ognuno paga per sé.

RC - No, scusa, perché a metà? tu hai preso due bicchieri di vino e ti sei mangiato quattro ostriche; io ho bevuto solo un bicchiere e ho mangiato due ostriche..

CS - Uffa, come sei venale! Facciamo così: se nomini il locale nell’articolo, ti fanno il 10% di sconto.

RC - Ma non so nemmeno come si chiama, il locale..

CS - “Le Drogherie del Mare”.

RC - Comunque, non si può: non è etico.

CS - (poggiando del denaro sul tavolino) Allora ti arrangi. To’: questa è la mia parte, io mo’ me ne vado e te la vedi tu con loro. Hai visto il figlio quanto è grosso, sì?

RC - (estraendo di malavoglia il portafogli) Questa è la prima e ultima volta che ti intervisto. Ma ti pare?..

CS - Dài, non fare la vittima. Promesso: se scrivo un altro giallo, la vittima sei tu.

RC - Ecco: ci manca solo questo..

ESCONO