Giovedì, 23 Dicembre 2004
“Rise and shine, Lambert.”
Talvolta, mi capita di svegliarmi molto presto al mattino, con la spiacevole sensazione che una forma di vita aliena abbia impiantato un suo embrione nel mio esofago e che la creatura in esso contenuta stia adesso cercando di uscire dal mio corpo per la strada sbagliata.
Oggi mi è successo di nuovo.
Erano le 5:55 AM e fuori era ancora buio. Ben sapendo, grazie all’esperienza accumulata negli anni, che l’unico modo per venir fuori da questo genere di problemi è far sì che il problema venga fuori da me, mi sono recato nella “stanza di necessità”, con il mio fido palmare e una riedizione in chiave moderna dei primi episodi dell’Uomo Ragno (l’espulsione di forme di vita aliene comporta quasi sempre sedute lunghe e penosissime, che è meglio allietare con letture amene).
L’evacuazione dell’U.S.C.S.S Nostronzo è andata meglio del previsto, risolvendosi in contemporanea con la prima apparizione di Goblin, ma ero talmente assonnato che ho scagliato l’alieno nello spazio profondo prima di registrarne l’aspetto e le abitudini sul diario di bordo.
Per tutto il giorno ho scandagliato il cielo alla ricerca di altre forme di vita, ma ho trovato solo la quiete interstellare. Non sapendo come rendere in HTML la quiete interstellare, chiarisco cosa c’entrassero i paperi con il Defecatio del 12 Dicembre.
Il brano è tratto da Gargantua e Pantagruele:
Ma, in conclusione, affermo e sostengo che non v’è miglior nettaculo d’un papero ben piumato: purché si abbia l’avvertenza di tenergli la testa in mezzo alle zampe. E potete credermi sulla parola. Perché sentirete al buco del culo una mirifica voluttà: sia per la soavità di quel suo piumetto, che per il temperato calor naturale del papero, il quale facilmente si comunica al budello culare, e quindi agli altri intestini, risalendo così fino alla regione del cuore e del cervello. E vorrei credeste che la beatitudine degli eroi e semidei che stanno nei Campi Elisi non è già nel loro asfodelo, o nell’ambrosia o nel néttare, come raccontano queste vecchiette; ma bensì secondo il parer mio, nel fatto che si nettano sempre il culo con un papero, e tale è altresí l’opinione del nostro maestro Gian Scoto.
Venerdì, 24 Dicembre 2004
Cacantico natalizio.
Questa notte, nella migliore tradizione dickensiana, ho ricevuto la visita di tre spettri.
Il primo era lo spettro degli estrusi passati (le “feci”, appunto), e mi ha fatto rivivere i tempi pre-dieta, quando Ciccio la mattina veniva qui a lavorare e facevamo colazione con la pizza di Roscioli inzuppata nel caffellatte, pranzando poi con pasta cacio e pepe, pecorino sardo millesimato e birra Peroni Gran Riserva. Lo stabilimento svolgeva ben tre turni di lavoro, allora, e il colesterolo rendeva i nostri animi giojosi e benevolenti.
Il secondo spettro era quello degli estrusi presenti. Occupatissimo a registrare sul suo Palm le variazioni del fuzzy-peso-Goldberg e le caratteristiche morfologiche del prodotto, era più magro e più in salute dello spettro che l’aveva preceduto, ma la sua allegria e la sua spontaneità risultavano leggermente appannate.
Il terzo era lo spettro degli estrusi futuri, ed aveva l’aspetto di un bambino buono ed educato. Non ha detto e non ha fatto nulla: un po’ impacciato, nel suo elegante completino di velluto a coste marrone, se n’è rimasto fermo ai piedi del mio letto. Sorrideva, ma i suoi occhi mi ponevano la domanda che fino ad allora ero riuscito ad evitare.
Venerdì, 31 Dicembre 2004
Ridi, pagliaccio.
Ogni tanto ci ricasco, l’ultima volta mi pare che sia stata ad Ottobre: ci sono giorni in cui la mia vita privata si insinua indesiderata in questi resoconti e ne incupisce i toni. Vorrei che non accadesse, vorrei riuscire a filtrare i miei umori quel tanto che basta a scrivere una scheda prodotto, ma non sempre ci riesco.
“Io sono un clown e faccio collezione di attimi”, diceva il personaggio di Heinrich Böll.
Solo che non tutti gli attimi fanno ridere.
Direte voi: Finito?
Sì.
Direte voi: Scusa, ma ti sembra il caso di chiudere l’anno così?
Mio caro interlocutore dialettico vicario, e come dovrei chiuderlo?
Direte voi: Non lo so, sei tu che ti atteggi a scrittore. Io posso solo dirti che dal Defecatio del 31 Dicembre mi aspettavo gaiezza e buoni propositi per il nuovo anno.
Lo so, hai ragione, ma non mi viene nulla.
Direte voi: Un caffé caldo seguìto da acqua Panna gelata potrebbe aiutare?
Non in quel senso. Non mi viene da dire nulla di divertente.
Direte voi: Ma sei triste per la questione che riempie le cronache?
Macché. Sono banalissime questioni personali.
Direte voi: E no, scusa. Chi se ne impipa dei tuoi dolori da giovane Werther: noi vogliamo la scheda prodotto.
Non credo di esserne capace. Ho perso l’ispirazione.
Direte voi: Ma no, ma no, puoi farcela. Guarda, ti aiuto io: cosa hai mangiato ieri?
A pranzo eravamo in giro in moto con Sandro: abbiamo mangiato un saccottino con le verdure e un pezzo di pizza con la lonza.
Direte voi: Bravo. E a cena?
Pasta con i polipetti e tzaziki.
Direte voi: Questo spiega la fiatella. Ma andiamo avanti: il fuzzy-G, al risveglio, quanto era quotato?
72 chilogrammi netti.
Direte voi: Mangi pasta la sera, è il minimo che ti possa succedere. Hai messo in atto misure correttive?
Sì, tutti i giri che dovevo fare oggi, li ho fatti in bicicletta. Quando sono rientrato, avevo perso sette etti, malgrado fossi stato a pranzo con Stefano.
Direte voi: Cosa avete mangiato?
No, quello lo devo dire domani, ma ti faccio un’anticipazione: il contorno era cicoria ripassata.
Direte voi: Matteo non ci crederà.
Ho conservato la ricevuta del ristorante.
Direte voi: Astuto individuo. E adesso veniamo alla materia di interesse: colore?
Tipo marrone.
Direte voi: “Tipo”?
Era marrone. Con solo una velatura di rosso.
Direte voi: Che consistenza aveva?
Pastosa granulata, più lasca nel finale.
Direte voi: Cosa promanava, a livello olfattivo? Olezzi, miasmi, effluvi.. Su, che siamo quasi alla fine.
Promanava un olezzo virtuoso di buona persistenza.
Direte voi: Variazione Goldberg del fuzzy-peso fra il prima e il dopo?
Tre etti.
Direte voi: Ottimo. Un’ultima domanda e abbiamo finito: cosa hai letto mentre pagavi la gabella?
Non ho letto, è stata una sessione vespertina.
Direte voi: Vabbe’, ma questo è il Defecatio di fine anno, puoi fare uno strappo alla regola.
Va bene una frase di Flaiano?
Direte voi: Non lo so, vediamo.
mi sono fatto una piccola e riprovevole fama di uomo forse intelligente, ma arido. La verità è il contrario: sono certamente un cretino, ma umido