Pubblicato il: 01-01-2005
Non posso dirti “T’amo!”, è una questione etica
Tu sei mitopoietica riguardo alle passioni
Ti piacciono canzoni di eunuchi psicolabili
Con fessi che si struggono per femmine improbabili
Sopra a un giro di do… di stomaco
Ci vuole l’insulina per reggere all’impatto
Di quelle strofe efebiche, ripugna anche al coatto
Quel lamentar di prefiche e invece tu ti culli
In quello sterco rosa e pensi che la vita tua
Sia un po’ la stessa cosa
Ci fu un tempo una gatta in mezzo alle tue cosce
Ma adesso c’è una giara di fisime ed angosce
Io la femminilità del mio essere maschietto
Palesavo nottetempo con te stesa sopra il letto
Praticando il cunnilingus ma da un po’ di tempo in qua
Sembri un bastoncino Findus ed a me chi m’ ‘o fa fa’?
Il mio vocabolario, cara, è vasto a sufficienza
Per consentirmi il lusso di parlare con decenza
Aborro rime facili con “perda”, “pazzo” e “pregna”
Ché, tanto, ai ragazzini già il catodico le insegna
Ma non pensar per questo, no, che sia una mammoletta
In fondo a queste strofe ti dirò ciò che ci aspetta
Se vuoi che non ti tocchi io non propendo al saio
Le cedo ad altri occhi le lacrime del guaio
“d’avere amato te”
Non sono un omofobico, ma neanche un pederasta
Un coito a settimana, purtroppo non mi basta
Perciò non ti stupire: tu mi hai lasciato solo
Se c’è la goccia è Jean, che mi attaccò lo scolo.