Venerdì, 13 febbraio 2004
Ieri, a pranzo, non ho mangiato.
In compenso, la sera, sono andato a cena nello stesso ristorante sardo in cui ero stato sabato a pranzo.
Prima che portassero gli antipasti, ero anche convinto di riuscire a rispettare la dieta.
Insalata di polpo, un’ostrica, lumache al sugo, alici sott’olio, salmone affumicato, un’altra cosa che non mi ricordo (ma era rosa carico) e sopra tutto, il mischione cipolla-gattuccio-noci con bruschetta di pane sardo.
Questo l’antipasto, poi un calamaro alla griglia e dei dolcetti alle mandorle.
Da bere, vino bianco e fil’ ‘e verru.
Torno a casa, vado a dormire, ma mi sveglio alle 04:19, dopo un incubo scritto e diretto da David Cronenberg.
Pochi minuti nella stanza col pavimento in piastrelle mi convincono del fatto che non c’ho più il fisico per certi eccessi; vi risparmio i particolari.
Mi peso, tanto per avere un’idea: 81,2.
Torno a letto.
Mi sveglio alle 09:15 e, malgrado la tramontana, vado a correre (45’). Rientro in casa, faccio colazione, poi torno nella stanza piastrellata: consistenza buona, colore nocciola, quantità scarsa, odore vigliacco.
Mi peso: 80,0 chilogrammi.
Vabbe’.
In ciascuna delle due sessioni ho letto un capitolo de L’inviato speciale: nel primo, Julia Stitch finiva in un WC pubblico con la sua automobile, nel secondo William Boot andava a fare compere prima della partenza. La mia opinione su Waugh non muta.
Sabato, 14 febbraio 2004
San Valentino: oggi l’ho fatta come un barboncino.
No, veramente. Avete presente gli ovetti di cioccolato della Lindt?
Così: cinque ovetti della Lindt, ma non di cioccolato.
Il mio peso è risalito a 80,2 chilogrammi, ma va bene lo stesso.
William Boot non è riuscito a prendere l’aereo, così è andato a farsi timbrare il passaporto nelle due ambasciate di Ismaelia (una per ciascuna delle due fazioni in lotta).
Più tardi
Mi sa che sto male.
Dopo pranzo stavo vedendo un film di Marion Morrison (altrimenti noto come John Wayne) e ho cominciato a sentire freddo.
Sono passate alcune ore e ho ancora freddo, malgrado il riscaldamento sia acceso.
Finisco qui e vado a mettermi a letto.
Poco fa ho partecipato a una seduta straordinaria, convocata d’urgenza: la situazione è molto, molto fluida…
C’ho pure un invito a cena…
Domenica, 15 febbraio 2004
Sto ancora male.
Probabilmente mi sono beccato una leggera forma influenzale, ma sono contento lo stesso.
La produzione odierna è stata normale per consistenza, quantità e colore.
Odore agreste, con ricordi di fieno e di muschio.
Il mio peso (ed è per questo che sono contento) è finalmente sceso sotto gli ottanta: 79,8 chilogrammi!
Boot (sempre William il campagnolo, del mondano John non si sa più nulla) è arrivato in Francia.
Durante il viaggio in treno ha conosciuto un bizzarro individuo del quale sappiamo molte cose, ma non il nome.
Lunedì, 16 febbraio 2004
Non sto più male.
In compenso, la mia produzione odierna non mi ha dato grosse soddisfazioni: scarsa la quantità, buona la consistenza, assente l’odore (che vergogna!).
Il mio peso, malgrado iersera abbia cenato a casa dei miei genitori (eh! purtroppo le tagliatelle ai funghi le ho dovute assaggiare, non potevo offendere mia madre…), è sceso ancora un altro po’: 79,6 chilogrammi.
A “livello cultura”, ho deciso che nella mia vita c’è spazio solo per due cose che hanno nome di donna, ma che donna non sono: la prima è Marion Morrison (sempre John Wayne), la seconda è la mia lavatrice.
Come dire: Evelyn Waugh, addio.
In questo momento, ho bisogno di certezze, così ho cominciato a leggere: Il fuzzy-pensiero, di Bart Kosko.
Come dire: e mo’ so’ fuzzy vostri!..