Virtual C@naro

Elefantentreffen 2001

Secondo giorno

"Maiali per caso, salami per scelta": è lo slogan di un venditore di insaccati e lo leggiamo su un camion mentre facciamo colazione, ma potrebbe essere il nostro motto.
Lasciamo Portogruaro (bagnata dal Lemene) alle 9:00 e ritorniamo in autostrada. Il tempo è bello e al sole non fa nemmeno troppo freddo, almeno finché non cominciamo a salire verso il Tarvisio.
A Pontrebba il freddo (-10° C) acuisce le capacità cognitive di Ciccio rendendolo finalmente cosciente dell’inadeguatezza del suo equipaggiamento fantozziano, così usciamo dall’autostrada e cerchiamo un negozio di articoli sportivi.
Dopo un primo istante di perplessità, (abbastanza comune a tutte le popolazioni montane, successivamente all’incontro con un motociclista durante la stagione invernale) i due proprietari dell’emporio locale si dimostrano estremamente gentili e appioppano a Ciccio un paio di guanti da sci anti-vento, anti-pioggia, anti-neve, anti-dinosauro ecc. e un passamontagne da contrabbandiere serbo al quale dobbiamo tagliar via la visiera.
Attendiamo alle nostre esigenze primarie in un bar (fare pipì, bere una cioccolata calda io; un paio di telefonate di lavoro per Ciccio), poi riprendiamo il cammino verso il confine.
Passiamo il valico e scendiamo a valle sotto un insperato cielo azzurro, ma all’orizzonte le nuvole che stazionano sui Tauri non mi lasciano grosse speranze per il pomeriggio.
Nel frattempo Ciccio è in preda a una versione motociclistica del ballo di San Vito: mi sorpassa, gesticola, mima qualcosa che potrebbe essere o lo sbarco sulla luna della nazionale femminile di pallamano o i volumi dispari dell’Enciclopedia Britannica, ma che si rivela, quando finalmente accostiamo ai bordi della strada, come un’estrema urgenza di rifornirsi di carburante.
Usciamo appena possibile dall’Autobahn e ci mettiamo alla ricerca di un distributore. Io, che ancora non mi sono reso conto della pericolosità del soggetto, lascio che sia Ciccio a fare strada.

MADORNALE ERRORE!

Arriviamo a un bivio: Spittal 15 chilometri a sinistra e un’altra cittadina 3 chilometri a destra. Ciccio imbocca senza esitazione la sinuosa stradina a sinistra e - in ossequio a una ferrea legge di Natura che illustrerò in seguito - comincia a correre fra le auto degli austriaci che tornano a casa per pranzo, scomparendo ben presto alla mia vista. Avanzo cautamente (la strada per Spittal è uno stretto budello sinuoso che segue il corso incerto di un fiumiciattolo montano affogato in una gola tenebrosa) fino al primo slargo e lì mi fermo a inveire contro il mio compagno di viaggio. Il mio primo istinto (bella cosa l’istinto!) è di lasciarlo al suo destino e proseguire in solitario, ma poi penso che, malgrado il suo stile di guida e il viscido fondo stradale, potrebbe essere ancora vivo e vado alla sua ricerca per ucciderlo prima che si riproduca.
Facciamo benzina a un distributore dell’Agip che espone dei cartelli pubblicitari su cui spicca la frase: "Tutto dolce vita!" e, visto che ci siamo, entriamo nell’annessa tavola calda per metterci qualcosa sullo stomaco.
Nel ristorante scopro un’altra peculiarità (mi si passi l’eufemismo) di Ciccio: è convinto che tutti i popoli della Terra parlino, o quantomeno capiscano, la lingua inglese. Scoprire che gli anziani proprietari del ristorante non sono in condizione di leggere Shakespeare in lingua originale dapprima lo contraria e poi lo fa piombare in uno stato di catatonico stupore.
Io non sono da meno, dacché mi ostino a credere che gli austriaci parlino tedesco, ma almeno con il mio: "Essen, warm essen." ottengo almeno delle visibili reazioni dei muscoli facciali dei nostri interlocutori. Incoraggiato dei risultati raggiunti, chiedo se sia possibile avere del goulash, ma tutto ciò che offre la casa sembra essere una zuppa. Mi accerto nuovamente che si tratti di qualcosa di caldo, poi annuisco e ci andiamo a sedere vicino alla finestra.
Quando, finita la nostra zuppa, facciamo per alzarci, il gestore ci anticipa e, inaspettatamente, poggia sul nostro tavolo delle fettine panate con contorno di insalata. Io e Ciccio ci troviamo a questo punto di fronte a un dilemma diplomatico: rifiutare il cibo che ci viene offerto, rischiando così di incrinare i rapporti italo-austriaci, oppure accettare e rischiare di infangare la nostra stessa memoria nel caso morissimo in un incidente e fossimo sottoposti ad autopsia?
Dopo aver dato una gagliarda prova di patriottismo, ritorniamo in autostrada e ci avviamo intrepidi verso i Tauri e il maltempo.
Arriviamo a Salisburgo che è quasi buio. Per terra c’è neve sciolta che fra un po’ si trasformerà in ghiaccio e il traffico è aumentato: possiamo andare avanti ancora un po’, ma non per molto.
Ci fermiamo a un centro commerciale per acquistare una cartina stradale e di nuovo Ciccio si produce in una di quelle scene da film demenziale che, a ripensarci ora, fanno sorridere, ma che quando le vivi in prima persona ti fanno venir voglia di porre una rapida fine alle sue sofferenze.
Immaginatevi la situazione: cielo plumbeo, gli immensi edifici di un centro commerciale vicino all’aeroporto, noi che imbocchiamo cautamente una delle (innevate) strade di accesso cercando di capire quale sia l’edificio in cui possiamo trovare delle mappe stradali. Le automobili dietro a noi danno segni di impazienza, ma questo non ci spinge a modificare la nostra andatura, finché non capiamo qual’è l’ingresso giusto. A questo punto io accosto e mi fermo davanti a un centro di abbronzaggio quindi mi volto e vedo Ciccio che imbocca la rampa di accesso al garage sotterraneo. Appena il tempo di stemperare lo stupore nell’odio e lo vedo ricomparire, inarrestabile come l’orsacchiotto nella pubblicità delle pile Duracell, dalla rampa opposta.
Ovviamente ha una spiegazione per il suo comportamento, ma cosa cambia? Lo lascio di guardia alle moto ed entro nel centro commerciale.
Lo sbalzo fra temperatura esterna e interna é inaudito, ma per fortuna l’isolamento termico del mio abbigliamento funziona a doppio senso, così valuto di avere almeno cinque minuti prima di svenire. Versione povera di Terminator, vago vestito di pelle nera fra i negozi alla ricerca di una libreria. Quando la trovo, verifico la nostra posizione sulla cartina e scopro con sollievo di non essermi sbagliato: bisogna andare circa 130 chilometri verso in direzione Vienna e poi girare a destra.
Semplice. Talmente semplice che non vale nemmeno la pena di comprare la cartina.

Proseguiamo sulla E60 fino all’area i servizio di Mondsee, dove Ciccio si ferma a fare benzina.
Facciamo un rapido punto della situazione: siamo in viaggio da otto ore; è quasi buio; il traffico è incanalato su un’unica corsia causa lavori; sta cominciando a nevicare; di fronte a noi c’è un motel dall’aria estremamente invitante.
La camera non è proprio a buon mercato, ma la vista che godiamo dalla vetrata che costituisce uno dei lati della stanza è veramente notevole: a destra il Mondsee nell’incerta luce della sera, le tremule luci di un villaggio montano sulla sinistra e una leggera nebbiolina che comincia ad ammantare il paesaggio… Il posto adatto a passare la notte in compagnia di Ciccio!
Ceniamo nel ristorante dell’albergo, una sorta di giardino d’inverno costruito intorno a un gigantesco albero che sembra vero, ma è finto. Ci serve una cameriera, altrettanto gigantesca, che sembra finta, ma è vera.
Il cibo non è male (almeno per chi, come me, non disdegni l’acostamento carne/marmellata) e l’ambiente è ingentilito da alcune graziosissime fanciulle che, come da copione, non ci degnano di uno sguardo.
Rientrati in camera, cominciamo a saltellare fra i canali televisivi alla ricerca delle previsioni del tempo. Quando finalmente le troviamo, facciamo finta di niente e ne cerchiamo di migliori, ma invano: stando a quello che dicono i metereologi di qua e di là dalle Alpi, il tempo è destinato a peggiorare nelle prossime ore, particolarmente nelle regioni che dovremo attraversare per giungere al raduno. Solo nella serata di domani (sabato) si prevede un "miglioramento" della situazione a causa dell’arrivo di un fronte caldo che porterà pioggia.
Le temperature di interesse oscillano tra +1 e -6, la neve sarà una costante.
Io sono piuttosto preoccupato e rimpiango di aver girato a destra a Salisburgo, invece di essere andato dritto verso Monaco: passando per la Germania la strada sarebbe stata più lunga, ma perlopiù in pianura, mentre qui siamo intrappolati in mezzo ad almeno centocinquanta chilometri di montagne.
Al telefono con un amico, Ciccio commenta esaltato le impervie condizioni climatiche.
Ride, l’idiota.
Gli passerà presto.

02-02-2001